NON è un sondaggio ma una vera e propria Consultazione!
Lodovico Pizzati
Spokesperson Plebiscito2013.eu
Data la latitanza del Consiglio Regionale Veneto che esercita l’immobilismo di fronte ad un progetto di legge regionale per indire un referendum per l’indipendenza del Veneto, Plebiscito2013 ha lanciato l’opzione di interpellare la cittadinanza con una identica consultazione popolare da effettuare tramite le amministrazioni comunali. Per ridurre i costi operativi di questo plebiscito sull’indipendenza del Veneto, e per traghettare il Veneto nel ventunesimo secolo, Plebiscito2013 ha promosso una piattaforma digitale, già adottata ufficialmente in paesi più civili come l’Estonia, la Svizzera e gli Stati Uniti d’America.
Purtroppo, o per ignoranza o per sabotaggio, il plebiscito digitale è stato recentemente denigrato come un sondaggio privo di valore istituzionale. Questa affermazione è falsa per le seguenti ragioni:
In termini di riconoscimento internazionale non ha importanza se l’istituzione pubblica che promuove la consultazione popolare è una amministrazione regionale o una amministrazione comunale. Se la Regione Veneto tenta di evitare che i propri cittadini si esprimano per via democratica la cosa intelligente da fare è aprire strade alternative. I sindaci e i consigli comunali sono stati eletti dai cittadini veneti e sono dei legittimi rappresentanti del popolo veneto tanto quanto i rappresentanti regionali. La Regione Veneto non è al di sopra dei comuni per quanto riguarda la rappresentanza istituzionale di un popolo. Fare un referendum tramite la Regione Veneto è un percorso senz’altro più veloce, ma in caso di stallo è deleterio aspettare una “concessione” da un organo regionale che non vuole assumersi delle responsabilità. Bisogna esplorare alternative altrettanto legittime e valide sebbene operativamente più impegnative (approvazione da 581 comuni al posto di un consiglio regionale).
La definizione di sondaggio è la seguente: “un metodo statistico volto a valutare le proporzioni di diverse caratteristiche di una popolazione a partire dallo studio di una parte della popolazione, chiamata campione”.
L’indagine sondaggistica interpella una frazione (un campione) della cittadinanza per stimare l’opinione dell’intera popolazione. Un sondaggio può essere accurato o meno a seconda se viene utilizzato un metodo scientifico oppure no.
A prescindere dalla precisione un sondaggio non può avere valenza ufficiale perché appunto indaga solo una frazione della cittadinanza. Ciò che determina un sondaggio non è il metodo utilizzato (digitale o cartaceo), ma è l’utilizzo di un campione al posto dell’intera popolazione.
Se una consultazione da la possibilità all’intera popolazione di esprimersi, evitando ostacoli al voto, informando adeguatamente e facilitando la votazione, a prescindere dalla tecnologia utilizzata (carta e matita, pc, tablet, smartphone) la consultazione (chiamala plebiscito o referendum) è totalmente legittima per rappresentare la volontà di un popolo.
Purtroppo 150 anni di burocrazia ci hanno abituato a considerare procedure con timbri e bolli come più ufficiali di metodi telematici, ma in realtà grazie all’evoluzione tecnologica queste sono solamente delle inefficienze costose da lasciare nel passato assieme allo stato italiano.
In conclusione il plebiscito digitale non è un sondaggio perché fatto per via telematica, è un referendum legittimo perché consulta a tutti gli effetti l’intera popolazione e non solo un campione.
Se i consiglieri regionali ostacolano il percorso democratico non è che delegittimano la sovranità popolare, ma semplicemente delegittimano se stessi come nostri rappresentanti istituzionali.-------------------------