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Pubblicato da in Cronaca ·
Tags: Plebiscito

Emigriamo tutti assieme nel Veneto indipendente!



L’altro ieri Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hanno pubblicato un editoriale sul Corriere della Sera in cui hanno concesso qualche credito a Matteo Renzi (pur tra mille distinguo e dubbi) e auspicato possibilità di riforma del sistema italiano.
Il loro intervento a dire il vero ha lasciato un po’ di amaro in bocca: come si può infatti continuare ad avere fiducia nel gattopardismo trasformista che riesce a sovrapporre continuamente nuove reti di potere alle vecchie mai venute meno, con l’unico comune denominatore, al solo fine di finanziare il sottosviluppo e il loro sistema di potere, di aumentare la pressione fiscale e il furto, in particolare per quanto ci riguarda, nei confronti del Veneto?
Questi primi 10 giorni di gennaio sono scivolati via portandosi dietro uno strascico di consapevolezza oramai ben penetrata nella società civile sull’insostenibilità della situazione attuale.
Ci pare quindi molto strano che chi come Alesina con il suo (e di Spolaore) The Size of Nations, ha teorizzato la superiorità dei piccoli stati nell’odierno mondo caratterizzato da libertà di commercio, di trasporto e di comunicazione, si ostini ad avere fiducia in una via d’uscita nel potere centrale del più odioso leviatano del mondo. È chiaro che prendere posizioni forti possa risultare controproducente per le relazioni con il sistema di potere italico, ma chi riveste ruoli accademici di grande importanza internazionale ha il dovere anche di esporsi indicando le verità scomode, a rischio di alienarsi le simpatie degli oscuri gerarchi della partitocrazia. Oggi tra l’altro non esiste più la scusa di rischiare di vedersi assimilati alla lega, in quanto il pensiero indipendentista moderno oramai ha fatto molta strada, costringendo la stessa lega e non solo a diventare follower.
Venendo a noi, in questo scenario molti si chiedono come possano anche alcuni veneti – sempre meno per la verità – ancora confidare nelle possibilità di salvezza della repubblica italiana: a dire il vero dovrebbe essere ben chiaro a tutti che tale illusione è resa possibile dal più oppressivo sistema informativo del mondo occidentale, che vede sotto il controllo stretto della partitocrazia ogni mezzo di informazione televisivo e stampato che conti, con il chiaro scopo di mantenere la popolazione all’oscuro del furto quotidiano delle nostre risorse. E per quanto sia pur vero che la rete internet negli ultimi anni si sia ritagliata uno spazio di libertà, è altrettanto evidente che una buona parte della popolazione meno alfabetizzata e più anziana è cloroformizzata dal grande fratello tricolorito assetato dei nostri soldi.
O quantomeno ciò avveniva fino a poco tempo fa. Oggi la condivisione di un sentimento di sfiducia totale verso lo stato pare essersi fatto strada in ogni ambito sociale, nel lavoro, a scuola, nei bar e nelle case dove un sempre maggior numero di veneti disoccupati abbraccia la disperazione più cupa.
Il clima sociale sempre più grave rende ancor più chiaro che prossime settimane saranno di fondamentale importanza per l’organizzazione della strategia indipendentista, che è sempre più l’unica alternativa alla grande emigrazione di massa dei veneti.
E se a qualcuno fosse sfuggito, lo scenario per la realizzazione concreta dell’indipendenza del Veneto oggi è più che mai frutto del disegno di Plebiscito.eu, l’organizzazione sempre più presente nel territorio che saputo concepire il piano concreto per la riconquista della sovranità da parte della Repubblica Veneta, grazie al Plebiscito Digitale, il Referendum Veneto per l’indipendenza che si terrà per via telematica attraverso la rete internet e il telefono.





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